Il venerdì santo in musica: Stabat Mater e Ultime sette parole di Cristo in croce

Il venerdì santo è il giorno di Cristo in croce: il giorno del silenzio delle campane della chiesa, del raccoglimento e della meditazione. Diversi autori hanno dedicato al venerdì santo composizioni uniche e straordinarie. Vi parleremo di due composizioni che hanno un’importanza unica nella storia della musica classica: lo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi e “Le ultime sette parole di Cristo in croce” di Franz Joseph Haydn.

Stabat Mater di Pergolesi

Sono tantissimi i compositori che hanno scritto uno Stabat Mater nella loro carriera, possiamo citarne alcuni come Vivaldi, Boccherini, Haydn, Schubert, Rossini, Dvorak e molti altri. Lo Stabat Mater è una sequenza cattolica tradizionalmente attribuita al Beato Jacopone da Todi. La prima parte è una meditazione sulle sofferenze di Maria.

Giovanni Battista Pergolesi

Pergolesi (1710-1736) ha composto lo Stabat Mater nel 1736 e si dice sia stato ultimato proprio nel giorno della morte del compositore. L’organico dell’opera di Pergolesi prevede orchestra d’archi, soprano e contralto. E’ senza dubbio una delle opere  più profonde scritte per meditare sulle sofferenze di Maria che assiste alla Passione e crocifissione di Gesù. Pergolesi dosa con maestria il ruolo dell’orchestra con cui le due voci si alternano in arie soliste e in duetti.

“Le ultime sette parole di Cristo sulla croce” di Haydn

Questa composizione per orchestra fu scritta da Haydn nel 1786 su richiesta da parte di un canonico di Cadice, nella Spagna meridionale; la prima esecuzione fu probabilmente il Venerdì Santo di quell’anno. In realtà questa composizione non ha un testo ma le “Parole” vengono evocate dalla musica. Il tema iniziale di ogni parola è realizzato seguendo il ritmo delle parole latine. Haydn si assicurò che il testo fosse scritto sotto la parte del primo violino in modo che arrivasse all’ascoltatore grazie all’interpretazione della musica.

Joseph Haydn

A parte l’evocazione del Terremoto, tutti i tempi lenti rischiavano di annoiare gli spettatori durante la contemplazione e l’adorazione. L’esperienza dello Stabat Mater (composto nel 1767) con i suoi tempi lenti aveva dato modo ad Haydn di affrontare la sfida di scrivere otto movimenti lenti successivi.

I Leitmotive sono ricorrenti in ogni movimento ed ognuna delle “Parole” è indipendente sul piano tematico. Il terremoto interrompe questa atmosfera perchè non ha continuità con nessun movimento precedente. Il linguaggio armonico e tematico è caratteristico di un Haydn ormai maturo nel suo stile compositivo. Forza e tormento sono evocati da un’armonia cromatica e da vaste modulazioni.

Questo lavoro venne trascritto per quartetto d’archi dallo stesso Haydn. Successivamente l’autore decise di trascriverlo per pianoforte e anche per coro e orchestra su un testo di un canonico di Passau.

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